Passione sin da piccolo
Ho deciso di fare lo psicologo perché mi è sempre piaciuto, sin da quando ero piccolo. Certo…da piccolo piccolo, non sapevo cosa fosse lo psicologo, ma diciamo che crescendo l’ho imparato in fretta. Essere di aiuto per gli altri, comprendere il punto di vista e i mondi delle persone rappresentano la componente più gratificante, affascinante e arricchente del mio mestiere, anche se può essere faticoso.
Non posso dire che sia sempre semplice maneggiare le sofferenze degli altri, per questo motivo è importante ogni singolo aspetto che ha contribuito a quello che, professionalmente e umanamente, sono oggi. E lo devo a tutti i pazienti che ho incontrato, senza i quali non sarei potuto crescere.
Aggiornamento continuo
Oggi, come ieri, ho compreso che c’è sempre da imparare, che fare lo psicologo e psicoterapeuta non significa tanto studiare questo o quel libro, quanto piuttosto mettersi in gioco continuamente, perché le persone non sono oggetti immutabili; proprio perché siamo in continua evoluzione, il sapersi adattare, la flessibilità, la creatività, risultano ingredienti fondamentali senza i quali non potrei essere di aiuto e fare la differenza in un processo di cura.
Essendo stato da sempre curioso, sin da bambino ho coltivato tutto ciò che riguardasse la natura della mente umana, leggendo moltissimo (spaziando tra i generi più disparati), ma anche guardando cataste di film e ascoltando musica.
Le origini
Sicuramente un ruolo fondamentale, per quella che definisco la mia vocazione e non solo professione, lo hanno rivestito la mia famiglia e i miei amici, tutte le persone che mi hanno sempre voluto bene. Grazie a loro ho appreso che nessuno si salva da solo, che il mito dell’individuo autonomo e che basta a sé stesso non esiste; il potere della relazione è ciò che crea benessere.
Oggi, in modo diverso, cerco di portare avanti questo pensiero, che è rimasto lo stesso di quando ero un adolescente che cominciava ad affacciarsi sul mondo.